
29 giorni, 1 ora, 48 minuti, 0 secondi: questo il tempo impiegato da Hip Eco Blue per completare la sua regata in nona posizione. Grazie ragazzi; grazie Andrea e grazie Tommaso; grazie al Class 40 Hip Eco Blue che vi ha condotto da Le Havre a Puerto Limon, Costarica, arrivo della massacrante Transat Jacques Vabre. I ringraziamenti sono dovuti, perché le imprese come le vostre fanno bene all’intera vela d’altura italiana. Finire una regata come questa, che quest’anno ha registrato il record di ritiri, non è affatto scontato. Lo sanno i tanti espertissimi skipper dei Class 40 che hanno dovuto abbandonare la regata durante il tragitto. Una rotta funestata da continue depressioni, dove l’agognato aliseo è comparso solo dopo oltre metà percorso, per poi scomparire di nuovo e lasciare spazio a venti capricciosi che hanno reso ancora più difficile l’ultima parte di regata.
La vostra è un’impresa ancora più grande perché Hip Eco Blue è un progetto giovane, all’esordio nelle regate oceaniche. Il vostro coraggio può servire da esempio ai tanti giovani che, anche con mezzi ridotti, si avvicinano al mondo delle grandi regate, cercando un imbarco in banchina per inseguire i loro sogni. Nelle prossime ore aspettiamo le prime dichiarazioni ufficiali di Andrea Fantini e Tommaso Stella, che in questo momento si staranno godendo il primo meritato riposo con i loro cari.
In Italia sta nascendo una linea verde di velisti oceanici che ha bisogno di crescere: oltre a Fantini e Stella, mi piace ricordare Susanne Beyer, Andrea Pendibene, Andrea Caracci e Marco Nannini, quest’ultimo in questo momento in navigazione nei mari del sud, in corsa nella terrificante Global Ocean Race. Qualcuno potrebbe obbiettare che non si vince come ai tempi delle imprese di Soldini: non importa, in Oceano conta esserci, il resto sono pettegolezzi da banchina. Lasciamoli crescere, e grazie ancora.