
A meno di una settimana dal via della Rolex Middle Sea Race 2011, l’evento dell’altura internazionale più atteso nel mediterraneo, abbiamo intervistato l’ammiraglio Giovanni Iannucci, Congressman dell’Offshore Racing Congress, ufficiale di regata Nazionale e componente della Giuria Internazionale della Middle Sea Race, nonché comandante dell’Amerigo Vespucci dal 1979 al 1980. Regatante esperto, che può vantare la partecipazione alla prima sfida italiana alla mitica Admiral’s Cup datata 1969, oltre alla leggendaria regata del Fastnet e svariate regate oceaniche, Giovanni Iannucci ha ripercorso per Dotsail la storia della Middle, tra personaggi e aneddoti, passato e futuro.
Come è nata l’idea di questa regata e quali sono le caratteristiche della Middle?
L’idea che dette origine alla Middle Sea Race nacque a metà degli anni ‘60 dalla rivalità sportiva tra un gruppo di soci del Royal Malta Yacht Club, primi fra i quali i fratelli Paul e John Ripard, Maltesi, e gli Inglesi Jimmy White ed Alan Green. Esaminate varie opzioni, fu scelto un percorso di lunghezza pari a quella della regata del Fastnet, poco più di 600 miglia, che assicurasse le condizioni più varie possibili. Nel 1968 fu disputata la prima edizione sullo stesso percorso di oggi, ma in senso orario. Alcuni anni dopo, il senso fu invertito per vari motivi, ma anche per allontanare dal traguardo l’influenza delle correnti dello Stretto di Messina e dare agli “sfortunati”, vittime della corrente, maggiori possibilità di recupero. E’ una regata molto varia ed impegnativa nella quale si può incontrare di tutto, da bonacce snervanti, che possono durare giorni, a bolinate massacranti. E’ necessario quindi essere ben preparati e sempre pronti a reagire a qualsiasi evenienza, avendo a bordo tutte le dotazioni di sicurezza previste e sapendo servirsene. Soprattutto per gli stranieri, un elemento che accresce il fascino della regata è il paesaggio: lo Stretto di Messina, la costa spesso vicina, le tante isole e, soprattutto, i due vulcani attivi nelle vicinanze dei quali si naviga. Una regata unica, alla fine della quale sulla gioia o la delusione del piazzamento prevale la soddisfazione di averla fatta.
Come si è sviluppata la regata negli anni?
Fin dalla prima edizione, la regata ha riscosso notevole successo ed ha richiamato imbarcazioni d’altura, armatori e skipper fra i più famosi da tutto il mondo. Con l’inizio degli anni ’80 si è verificato un calo della partecipazione che ha indotto, in presenza anche di altri motivi, il Royal Malta Yacht Club a gettare la spugna. L’interruzione è durata 12 anni, dal 1984 al 1995, ed alla ripresa in minima parte ho contribuito anch’io, spronando i miei amici maltesi a ripartire ed assicurando loro una significativa partecipazione italiana. La ripresa è stata tuttavia lenta e difficile e non sono mancati momenti nei quali si è presa in considerazione l’eventualità di interromperla di nuovo. Dopo quattro o cinque anni di sofferenza, due fattori hanno influito positivamente sulla partecipazione: la sponsorizzazione della Rolex, iniziata nel 2002, e un diffuso, crescente interesse per le lunghe regate d’altura, anche in Italia. Oggi la Rolex Middle Sea Race gode di grande popolarità in tutto il mondo e di un eccellente livello tecnico ed agonistico di imbarcazioni, skipper ed equipaggi. La partecipazione numerica, che si aggira costantemente negli ultimi anni fra le settanta/ottanta unità, ha fatto registrare un record quest’anno con 80 imbarcazioni iscritte ad oggi, rappresentanti ben 17 nazioni e tre continenti.
Qual è il suo rapporto con questa regata, sia come regatante che come membro della giuria?
La regata richiede un notevole impegno di tempo. Se si considera anche il trasferimento dell’imbarcazione, può essere, almeno per quella parte dell’equipaggio che deve anche trasferirla, un impegno di due settimane o più in un periodo dell’anno nel quale è difficile allontanarsi dal lavoro per tanto tempo. C’è solo un mio amico maltese, Arthur Podesta, che non ha perso una sola delle 31 edizioni. Poche quelle alle quali gli impegni della mia professione mi hanno consentito di partecipare ed è sempre la prima quella che lascia i ricordi più vivi. Nel 1969, seconda edizione della regata, fui lo skipper della Stella Polare, dello Sport Velico della Marina. Fu una classica Middle Sea, con tanto vento all’inizio e tanta bonaccia dopo. Battagliammo alla pari, davanti agli altri, lungo tutta la costa settentrionale della Sicilia, con il famoso Stormvogel, Poi lui, solo poche miglia avanti a noi, trovò vento e corrente favorevoli nello Stretto che, con il senso orario del percorso, era a sole 150 miglia dall’arrivo, e ci lasciò a tribolare una notte intera contro corrente ed in bonaccia per uscirne. Ma, come dicevo prima, le tribolazioni ed il risultato non contano molto, l’importante è averla fatta.
Nelle 14 edizioni dopo la ripresa, ho collaborato con gli amici maltesi per la promozione della regata, mantenendo i contatti con le Capitanerie di Porto e sono sempre stato membro della Giuria Internazionale. Di questo periodo, nel quale la Giuria non è stata particolarmente impegnata, l’evento certamente più saliente è stato, nell’edizione del 2007, il supporto alle operazioni di soccorso al Loki, uno splendido e nuovissimo 60 piedi australiano, che perse il timone a nord di Palermo in condizioni meteo durissime. Grazie all’abilità del pilota dell’elicottero di soccorso dell’Aeronautica, tutto l’equipaggio fu tratto in salvo. Dal Race Control, tirammo un sospiro di sollievo quando la seconda missione sbarcò gli ultimi 8 dei 16 membri all’aeroporto di Punta Raisi.
Quali aspettative per l’edizione 2011?
Il vasto ed agguerrito numero di partecipanti rende difficile fare delle previsioni sui possibili vincitori in tempo compensato nelle divisioni ORC ed IRC, mentre è ancora presto per disporre di una situazione meteo sufficientemente attendibile che possa indicare la possibilità di migliorare ulteriormente il record di 1 giorno 23ʰ 55’ 03”, stabilito da Rambler nel 2007 ad una velocità media di quasi 13 nodi. Certamente, Esimit Europa 2, condotta dal plurimedagliato olimpico Jochen Schumann e fresca da una netta vittoria nella Barcolana, è il candidato più autorevole non solo per conquistare i “Line Honours”, la vittoria in tempo reale, ma anche per stabilire un nuovo record.