Volvo Ocean Race: è il momento della verità, tra 48h al via la tappa più dura

Volvo Ocean Race: è il momento della verità, tra 48h al via la tappa più dura

Allacciate le cinture e reggetevi forte, la regina delle tappe della Volvo Ocean Race sta per partire.Tra circa 48 ore la flotta mollerà gli ormeggi per la tappa senza appello, da Auckland a Itajai in Brasile, attraversando i 50 ruggenti e i 50 urlanti e doppiando Capo Horn.

E’ il momento che tutti aspettavano: possiamo dire che le difficoltà incontrate fino ad ora dai team sono niente rispetto a ciò che li aspetta. Alle 14 utc di Auckland, 2 del mattino in Italia, sarà il momento della verità. Dopo la partenza gli equipaggi, e soprattutto i navigatori di bordo, avranno un solo pensiero: andare a sud.
L’unica strategia infatti per vincere questa tappa è al tempo stesso la più sicura e la più rischiosa: andare più a sud possibile, oltre il 45°, agganciare profonde depressione e fare volare i VOR 70 tra i 35 e i 40 nodi di velocità. Il rischio è questo, la sicurezza sta nella stessa velocità: con onde tra i 10 e i 15 o più metri c’è solo un modo per non distruggere le barche: correre, correre e ancora correre. Fuggire a velocità pazzesche gli immensi treni d’acqua è l’unica soluzione che avranno i sei team durante le infinite 6705 miglia di regata che li attendono.

I VOR70 sono i monoscafi più veloci che l’uomo abbia mai costruito: un concentrato di tecnologia studiata per rendere il massimo in condizioni estreme, ma come abbiamo visto nelle precedenti tappe non sono indistruttibili. Lo stress prolungato al quale viene sottoposta la struttura delle barche può causare danni anche gravi, e nel caso della prossima tappa il rischio concreto è quello di compromettere la regata e mettere a rischio gli uomini. Per questo motivo gli skipper cercheranno di spingere le barche al limite, stando attenti a muoversi sul filo del rasoio della tenuta strutturale. Andare al massimo ma cercando di non mettere a rischio le barche e soprattutto l’equipaggio.

La temperatura dell’acqua nel grande sud scende a pochi gradi sopra lo zero: finire in acqua con il mare in tempesta significa quasi certamente firmare la propria condanna. Per questo motivo a bordo sono molte le misure di sicurezza adottate, a cominciare dai cordoni ombelicali che terranno gli uomini agganciati alla barca, cime elastiche praticamente indistruttibili.

I commenti della vigilia di alcuni dei protagonisti della Volvo Ocean Race possono dare la misura della tensione che gli equipaggi stanno vivendo in attesa di lanciarsi alla scalata dell’Everest della vela:
“Sono luoghi che meritano molto rispetto” ha detto Neal McDonald watch captain di Team Telefónica, “Scalare l’Everest non è una cosa priva di rischi o particolarmente divertente ma per le persone è una sfida irresistibile, per noi i mari del sud sono lo stesso.”

”Ci si spinge all’estremo, e navigare in quei posti è incredibile” dice Rob Salthouse, timoniere di CAMPER with Emirates Team New Zealand.

“E’ come ritornare allo spirito avventuroso della Whitbread.”
 E Ian Walker, skipper di Abu Dhabi Ocean Racing, aggiunge: “Stiamo tutti pensando alla prossima tappa, è un classico della Volvo Ocean Race. 
Bisogna stare all’erta, può essere pericoloso ma allo stesso tempo un’esperienza incredibile.”

Pericoloso ma allo stesso tempo fantastico: in poche parole l’essenza di questa quinta tappa. Dopo la tanta e inattesa bolina macinata fino a qui, adesso arriva il momento dei laschi infiniti. I mari del sud si caratterizzano infatti per la corsa veloce di profonde depressioni che si muovono da ovest a est: l’obiettivo è agganciarne una e viaggiarle davanti almeno fino a Capo Horn. Difficile fare previsioni sulla classifica. Sulla carta, studiando le caratteristiche tecniche delle barche, il favorito è Abu Dhabi Ocean Racing: l’unica barca progettata da Farr, che ha convinto pochissimo di bolina, è stata studiata appositamente per offrire le migliori performance alle andature portanti, quindi dovrebbe avere nei mari del sud le sue condizioni ideali. Telefonica avrà il compito di difendere la leadership, Groupama quello di confermarsi, mentre per Puma e Camper, se vogliono dimostrare di ambire alla vittoria finale, è arrivato il momento di dimostrare qualcosa. Team Sanya con ogni probabilità cercherà di finire la tappa, magari evitando l’ennesimo ultimo posto. Mike Sanderson è un veterano, e la sua esperienza proverà a superare i limiti di velocità obbiettivi del suo mezzo.

L’importante, per tutti, sarà non dimenticare mai il concetto fondamentale di questa tappa: correre, correre e ancora correre, davanti alle onde e verso la leggenda.

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