Verso Londra 2012: le dichiarazioni di Carlo Croce sul momento difficile della vela azzurra

Verso Londra 2012: le dichiarazioni di Carlo Croce sul momento difficile della vela azzurra

Mancano meno di sei mesi all’inizio delle Olimpiadi di Londra, Weymouth per la vela, ed è inutile nasconderlo: per la nazionale azzurra di vela è allarme vero. Il Mondiale ISAF di Perth ha tracciato una situazione poco rassicurante, soprattutto per il poco tempo a disposizione per rimediare. A far scattare le preoccupazioni non è stata soltanto l’assenza di medaglie, ma il fatto che, a parte Laura Linares e la coppia Conti-Micol, nessun equipaggio o singolo italiano sia riuscito ad avvicinarsi alle posizioni che contano. Tutti con distacchi abissali dai primi dieci, con diversi dei nostri atleti che sono sembrati davvero lontani dalla forma olimpica.

Proprio per questo motivo abbiamo deciso di riportare alcuni frammenti dell’intervista realizzata da Fare Vela al Presidente della FIV Carlo Croce, il quale ha provato a fare un’analisi del difficile momento della vela azzurra.

Il primo problema, lampante, è che tra la vecchia guardia, i vari Sensini, Zandonà, Negri, Sibello, tutti grandi campioni ma in fase discendente, e i tanti buoni under 19 si è creato il vuoto. Abbiamo pochi atleti giovani di livello internazionale al momento, e su questo punto anche Carlo Croce ha espresso la sua preoccupazione: “Abbiamo un momento di transizione, con una serie di campioni nella fase finale della loro carriera e degli Under 19 interessanti con cui puntiamo a Rio 2016. Nel mezzo, è vero, si è creato un buco”

Un buco che è impossibile da colmare da adesso ad agosto, inizio delle regate olimpiche, ma per il futuro le soluzioni esistono. Il Presidente è stato rassicurante su questo: “A Cagliari e alla Marina di Loano facciamo venire spesso gli Under 19 e il programma che abbiamo chiamato Verso Rio 2016 sta funzionando. A Cagliari lavoriamo bene. A Loano abbiamo appena fatto un altro raduno Under 19 che è andato benissimo. Per quello di Formia stiamo lavorando. Loano è il più avanzato, hanno strutture e possibilità logistiche notevoli. Aprirà presto. Nei centri sarà basilare crescere anche i tecnici. Gli atleti e i loro allenatori dovranno assorbire lo stesso metodo di lavoro. Sugli Under 19 crediamo molto. Sono ancora disponibili e “ruspanti”, ascoltano. Fanno vela con passione e determinazione. A Loano era bellissimo vedere 70-75 ragazzi che si emozionavano nel vedere Giulia Conti che è venuta a trovarli. Abbiamo portato Francesco Marrai a Perth proprio per fargli capire cos’è l’Everest della vela, un Mondiale Laser nell’anno olimpico, per vedere cosa fanno i ragazzi che gestiscono il 100 per cento della loro vita per il traguardo olimpico”.

Parole incoraggianti per il futuro della vela azzurra, che rassicurano sul fatto che da un punto di vista tecnico i nostri giovani hanno tutto il supporto necessario.

La realtà deve però fare inevitabilmente i conti con il presente, dove occorre rimettere in piedi una squadra competitiva in pochi mesi, sperando che la vecchia guardia ci salvi ancora una volta. Il presente si chiama ancora Sensini, Zandonà, Sibello e Negri. La Linares è un’atleta in grande crescita ma difficilmente alle olimpiadi sarà da medaglia. Speriamo di sbagliarci. Un acuto lo attendiamo dalle fortissime Giulia Conti e Giovanna Micol, che nel 470 a Perth sono state il nostro migliore equipaggio. Se arrivano ai giochi in condizione potrebbero essere tra gli equipaggi da battere nella loro classe. Per il resto occorre guardare avanti e lavorare sui più giovani per cercare di colmare il grave gap generazionale che la vela italiana sta vivendo in questo momento. Il futuro appare più roseo, ma ad agosto nelle acque di Weymouth non possiamo solo stare a guardare.

 

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