Barca Stop – Traversate oceaniche: le avventure di Enrico Boniolo (parte due)

Barca Stop – Traversate oceaniche: le avventure di Enrico Boniolo (parte due)

 

Febbraio 2010 Bermuda – Azzorre

La seconda traversata atlantica di Ico inizia in modo molto diverso dalla prima. Un amico velista lo avvisa che un capitano cerca un aiuto per fare la traversata dalle Bermuda a Barcellona. Il periodo previsto per la partenza è febbraio, non proprio uno dei migliori. La stagione degli uragani non finisce fino ad aprile, però la barca è veramente allettante, è uno Swan 65. La voglia di avventura e di mare hanno la meglio e decide di accettare l’offerta.

Il 9 febbraio si parte dalle Bermuda e l’avventura comincia. L’equipaggio è composto da 4 persone: Ico, il Capitano Giancarlo di 76 anni, Alberto e Mario l’omino tutto fare che si occupa della cucina e di aggiustare un po’ di tutto dal Gps alle porte. Un personaggio indispensabile in barca e come mi ha detto Ico “un uomo da cui c’è sempre da imparare, sopratutto sulle riparazioni a tutti i livelli”

La barca è veramente bella e confortevole, c’è il frigo e addirittura il freezer: che cambiamento dalla prima traversata! I compagni di viaggio sono simpatici e interessanti, l’unica preoccupazione è il vento, sempre oltre i 30 nodi, e il mare mosso. La Swan è una barca affidabile ed è abbastanza grande per poter affrontare queste condizioni. Allora cerata alla mano e si salpa.

Durante il viaggio il vento non è mai sceso sotto i 30 nodi. Anzi spesso era superiore ai 45 nodi con punte fino ai 70. Con condizioni così estreme è indispensabile fare bene i turni … sopratutto dal momento in cui si è rotto il pilota automatico. “Quando c’erano 30-35 nodi eravamo persino rilassati. Anche la sera finché il vento rimaneva entro i 45 nodi era divertente timonare. Dopo un’ora la stanchezza si faceva sentire, ma ne valeva sicuramente la pena”, mi ha raccontato con entusiasmo Ico.

Il viaggio procede veloce è passata una settimana e sono già a più di metà strada. Verso la fine, con la stanchezza accumulata, di notte e con il mare sempre più mosso ecco che arriva la brutta sorpresa. Sono le due o tre del mattino, il vento sale a 70 nodi. Si decide di togliere tutte le vele e in quel momento la barca si ingavona scendendo da un onda. La vela entra in acqua e quando esce è completamente strappata, devastata e fatta a brandelli dalla forza del mare. Ico e Mario, assicurati alla life–line, si dirigono a prua per recuperare i brandelli di vela. Mi racconta che le ondate d’acqua che gli arrivavano addosso sembravano delle sassate dalla potenza con cui erano colpito. Chiuse le vele e tornati in una condizione di sicurezza ecco una delle piacevoli sorprese: “ Mario mi ha chiesto una birra e ho pensato che fosse strano, visto che non beve … in un attimo lo vedo girare la birra su un impasto appena fatto e in men che non si dica era lì a friggere focaccine alle 3 di notte. Queste si che sono piaceri impagabili sopratutto dopo una grande faticata”, confessa felice Ico.

Sorpassata anche l’ultima sventagliata di 70 nodi, in 10 giorni sono arrivati a Horta: è il 19 febbraio. Dopo qualche giorno l’equipaggio decide di ripartire con direzione Barcellona. Dopo una giornata di navigazione Giancarlo si taglia malamente un dito così si decide di ritornare alle Azzore. Continuare il viaggio significa fare almeno altri 5 giorni di navigazione e con il capitano di 76 anni infortunato non è proprio il caso.

Anche questa volta l’avventura di Ico termina alle Azzorre. Un altro indimenticabile viaggio si è concluso. Adesso tocca a voi.

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Immagine: Enrico Boniolo

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