BarcaStop – Traversate oceaniche: le avventure di Enrico Boniolo (parte uno)

BarcaStop – Traversate oceaniche: le avventure di Enrico Boniolo (parte uno)

Enrico Boniolo, detto Ico, ha 45 anni e vive a Torino. La passione per la vela è iniziata a 24 anni andando in vacanza con amici. Una decina di anni fa c’è stata la svolta grazie a un amico che ha comprato un barca ( Ummas AlbSail Ba 40′) con cui ha iniziato a fare regate. Tra una regata e una vacanza la passione per il mare è diventata sempre più forte, così come la voglia di affinare le tecniche di navigazione. Circa 5 – 6 anni fa ha deciso di iscriversi a un corso della rinomata scuola di vela di Glenans. La partecipazione a numerose regate e al corso di vela gli hanno permesso di conoscere molte persone con cui condividere la passione per la vela e per il mare fino ad arrivare a fare due traversate atlantiche…per due anni di fila.

In riferimento all’articolo sul barcastop di seguito una piccola presentazione dei due viaggi guardando il periodo, la rotta, il tipo di imbarcazione, la ricerca dell’imbarco e l’aspetto economico:

  • nel 2009 partenza da Antigua il 13 maggio, arrivo alle Azzorre il 10 giugno navigando su una barca di 9 metri. Ha trovato l’imbarco direttamente sul posto. Non ha pagato nessun contributo economico in quanto si è offerto come forza lavoro.
  • Nel 2010 partenza dalle Bermuda il 9 febbraio, arrivo il 19 febbraio alle Azzorre navigando su uno Swan 65. Ha trovato l’imbarco dall’Italia tramite conoscenze. E’ stato chiamato per lavorare e  aiutare il capitano per il trasferimento della barca dalle Bermuda. Quindi ha ricevuto un compenso e i rimborsi spese.

Ma come è iniziata l’avventura atlantica per Ico?

Maggio 2009 Antigua, English Arbour – Azzorre, Horta

Un aspetto che sicuramente caratterizza Ico è la semplicità e proprio con semplicità è iniziata la sua storia. Un giorno, durante la visita alla mostra “I tesori sommersi” alla Reggia di Venaria, legge il nome Filadelfo tra gli ultimi faraoni Egizi e pensa:“si chiama proprio come il mio amico di Firenze. Adesso lo chiamo e gli chiedo se conosce le origini del suo nome”. Durante la telefonata Filadelfo gli dice che ha trovato un volo economico per Antigua … e allora perché non partire per vedere se c’è qualche barca che deve fare la traversata atlantica? Il periodo è proprio quello giusto siamo, quasi a maggio. Ico senza troppi indugi ha preso l’offerta al volo e nel giro di due settimane dalla chiamata eccolo lì ad Antigua pieno di speranze e voglia di avventura.

Arrivati ad Antigua Ico e Filadelfo si sono diretti verso quello che credevano il porto principale ma si è rivelato il porto commerciale…quindi niente barche a vela. Allora hanno deciso di andare a colpo sicuro e si sono diretti verso English Harbour, proprio dove tutti gli anni viene organizzata l’Antigua Sailing Week. Se fossero arrivati una decina di giorni prima, durante l’Antigua Sailing Week, avrebbero sicuramente avuto più possibilità di trovare un imbarco ma le spese di viaggio e per l’hotel sarebbero state maggiori.

English Arbour è circondata da diverse marine e tantissimi pontili, quindi gambe in spalla e hanno incominciato con la fatidica domanda “state per fare la traversata atlantica, avete bisogno di equipaggio?” Quando si è sul posto la cosa migliore è far sapere a più gente possibile che si sta cercando un imbarco. Il passaparola è un mezzo di comunicazione sempre efficace. Cerca di qua e chiedi di là finalmente una coppia di inglesi è alla ricerca di una persona in più di equipaggio. Filadelfo è sistemato adesso manca solo Ico. Dopo un paio di giorni, grazie a un annuncio su una bacheca, trova i suoi possibili compagni di viaggio. Sono il capitano Brendan di 62 anni e  Tom, un quarantenne inglese con praticamente nessuna esperienza di vela ma tanto entusiasmo e curiosità. La barca è un 9 metri…non si prospetta un viaggio comodo ma la voglia di partire è tanta.

Il 13 maggio Ico, Brendan e Tom salpano verso le Azzore. Li aspetta una lunga navigazione. Visto il periodo favorevole dell’anno le condizioni meteo sono molto tranquille e si veleggia bene. La vita a bordo invece si rivela molto scomoda. Il bagno beh è quasi come non averlo … il frigo è fuori uso e gli spazi interni sono davvero ristretti. Quando gli ho chiesto cosa mangiavano mi ha risposto: “mah c’erano tante scatolette di verdure…per fortuna!” I pasti erano composti per lo più da riso o spaghetti con le scatolette versate dentro come condimento. Da buon italiano si può dire che si è preso volentieri il ruolo di cuoco. Ridendo mi ha raccontato “loro (s)cuocevano la pasta e gli giravano dentro una confezione di baked beans, praticamente pasta con fagioli sotto ketcup. Io almeno saltavo un po’ i fagioli in padella con olio e pepe, sai almeno la parvenza di mangiare qualcosa di accettabile”.

Dopo un mese di navigazione con splendidi tramonti in mezzo al mare, piacevoli veleggiate ed estenuanti bonacce, pasti sempre uguali, turni al timone e grandi chiacchierate, il 10 giugno arrivano a Horta nelle Azzorre.

La prima traversata atlantica di Ico si è conclusa … con una decina di chili in meno, ma l’appagamento di attraversare l’oceano in barca a vela, ti fa superare tutte le fatiche e le difficoltà che si incontrano durante il viaggio … in fondo ti rimane nel cuore solo la grande gioia di aver realizzato un sogno e aver vissuto un’esperienza di vita e di mare indimenticabile.

In realtà voleva fare anche il tratto dalle Azzorre a Barcellona in barca, ma non è riuscito a trovare un imbarco in poco tempo e in Italia, gli amici di sempre, lo aspettavano per andare a fare la Giraglia Rolex Cup.

Nel 2010 si presenta di nuovo l’occasione di fare una traversata atlantica e Ico non se la lascia di certo scappare. Bermuda – Azzorre 9/19 Febbraio 2010.

Clicca qui per la seconda parte

Immagine: Enrico Boniolo

Autore

Articoli Correlati