La Volvo Ocean Race per la Giornata della Terra

La Volvo Ocean Race per la Giornata della Terra
Photo Credit To Youtube

Più rispetto per l’oceano: anche la Volvo Ocean Race è con la Giornata della Terra, mentre le sue flotte continuano la sfida nell’Atlantico.-DotSail.it

Le imbarcazioni della Volvo Ocean Race viaggiano in gruppo compatto nell’Oceano Atlantico settentrionale, con differenze di velocità marginali anche se c’è stato un piccolo aumento del vento. Solo un equipaggio si trova più in difficoltà degli altri, ed è quello della Dongfeng Race Team.

Dopo aver riparato il dissalatore non funzionante con il tentativo di rendere stagno il meccanismo, a bordo della barca cinese si aspetta che la colla si asciughi per verificare se il lavoro fatto sarà stato efficace. In caso contrario gli uomini guidati da Charles Caudrelier avranno due opzioni: la prima è quella di uno stop a terra per riparare il guasto, ma le regole di regata obbligano una sosta di almeno 12 ore che vorrebbe dire ultimo posto assicurato. La seconda è quella di proseguire continuando ad utilizzare il dissalatore manuale di rispetto che richiede diverse ore giornaliere di lavoro per produrre l’acqua dolce necessaria a bordo.

E proprio questo fatto collega tutte le imbarcazioni della Volvo Ocean Race alla Giornata della Terra, che si è tenuta ieri, mercoledì 22 aprile, in più di 170 stati del Mondo. Un piccolo problema, che sembra marginale, ha complicato non poco i piani della Dongfeng esattamente come succede per l’ambiente, dove un piccolo gesto può influenzare negativamente le sorti del pianeta. In questo caso è l’oceano il protagonista, più volte maltrattato e abusato. Corinna Halloran, Onboard reporter di team SCA ha scritto sul suo blog: “Oggi è la Giornata Mondiale della Terra, è il momento giusto per pensare in modo costruttivo e a livello internazionale a cosa pensiamo di poter fare riguardo lo stato degli oceani.Gli oceani non sono un grande cestino della spazzatura, sono organismi viventi che vengono piano piano soffocati dalla plastica, dal petrolio e dai rifiuti. Lo stato del mare ha un effetto importante sulla nostra regata e sul nostro team” aggiungendo che se i mari sono inquinati, le calotte polari sci sciolgono e la temperatura globale sale, rendendo difficile prevedere cosa accadrà a livello meteo, e di conseguenza complicando le operazioni durante le regate.

Un pensiero simile lo ha avuto anche lo skipper di Team Alvimedica, Charlie Enright: “Poter navigare intorno al mondo ti rende un privilegiato, ti dà una prospettiva migliore su quello che sta effettivamente succedendo in alcune parti del pianeta, ma non serve a nulla se non fai di tutto per comunicare che tutti potremmo fare di meglio per rispettare l’ambiente”, sottolineando quanti rifiuti vengano buttati in mare e raccolti sulle rive e che tutti noi potremmo fare molto di più.

Proprio di ieri è la decisione da parte degli organizzatori della Volvo Ocean Race hanno comunicato che durante il prossimo stopover che si terrà a Newport il prossimo 15 maggio, avverrà l’Ocean Summit on Marine Debris, ovvero il vertice mondiale sull’inquinamento marino. L’evento è sponsorizzato non solo da Volvo Group ma anche dall’ambasciata di Svezia negli Usa, vedrà come oratore tra i molti lo skipper di Team Alvimedica Charlie Enright e il CEO della regata Knut Frostad.

 

Autore

Articoli Correlati