
Dopo la protesta presentata dallo skipper britannico di Hugo Boss, Alex Thomson, contro alcuni concorrenti del Vendée Globe che hanno attraversato la zona di separazione del traffico marittimo a largo di Finsterre, sul sito del vendée si sono scatenate le polemiche tra i lettori e gli appassionati.
Alcuni hanno accusato Alex Thomson di essere antisportivo, un’affermazione piuttosto grave per uno skipper come il britannico. Sull’argomento, ricordiamo che la Giuria ha dato ragione a Thomson, è intervenuto Bernard Bonneau, Presidente dell giuria internazionale, che ha chiarito il suo punto di vista e spiegato come si svolge la procedura per una protesta.
“Occorre ricordare che una protesta non è un atto antisportivo, al contrario. Si tratta del solo mezzo per arbitrare uno sport dove l’autoregolazione è una norma. Funziona così: il concorrente che ha evidenziato l’infrazione di una regola in un avversario, comunica la protesta via mail alla direzione della corsa specificando per quale regola si intende protestare. La direzione della corsa inoltra la domanda alla giuria internazionale, composta da due francesi, un neozelandese, uno spagnolo e un inglese. A questo punto occorre informare gli skipper protestati della procedura in corso. La Giuria normalmente impiega due giorni per pronunciarsi.
Preferiamo applicare delle penalità in mare con gli stop and go per un semplice motivo: se sull’arrivo di Les Sables vince uno skipper che ha una penalità di due ore sul secondo, il quale taglia il traguardo invece dopo mezz’ora, difficilmente il pubblico nell’emozione dell’evento capirebbe che il vero vincitore è il secondo arrivato”.
Questo per ricordare a tutti gli appassionati che il Vendée Globe è una regata e non una semplice avventura: e come ogni corsa ha le sue regole.