Volvo Ocean Race: Telefonica guida ma sono ore drammatiche nella tempesta

Volvo Ocean Race: Telefonica guida ma sono ore drammatiche nella tempesta

La flotta della Volvo Ocean Race partita da Auckland ieri per la quinta tappa di questo giro del mondo, e diretta a Itajai in Brasile, sta affrontando condizioni meteo al limite della resistenza di barche e uomini, che hanno reso drammatiche le prime 24 ore di regata. Usciti dal Golfo di Auraki, come previsto dai bollettini meteo, i sei team in gara hanno incontrato venti tra i 40 e i 45 nodi di bolina, con un altezza delle onde che si aggira, come raccontato da bordo, tra i 6 e gli 8 metri.
I primi a pagarla cara sono stati gli uomini di Abu Dhabi Ocean Racing: dopo appena 50 miglia di regata Azzam, la barca del team degli Emirati, su un’onda particolarmente ripida ha danneggiato gravemente una delle paratie strutturali dello scafo. Immediato e obbligato il rientro in porto dove con un pit-stop di 12 ore lo shorteam di Ian Walker ha già riparato la barca.
Dopo diverse ore trascorse alla fonda nel Golfo di Auraki, mentre fuori il vento soffiava fino a 60 nodi, gli uomini di Ian Walker, in costante contatto col meteorologo della Volvo Ocean Race Gonzalo Infante, sembra che da pochi minuti abbiano ripreso la navigazione. Dai dati emersi dal tracker della regata Azzam naviga a circa 14 nodi di velocità con un vento intorno ai 45 nodi.
Il resto della flotta punta dritto a sudest guidata da Telefonica, che conduce con un margine di 11 miglia su Camper, seguono Puma, Team Sanya e Groupama. Anche qui i dati che emergono dal tracker sono impressionanti: le barche navigano a circa 25 nodi di velocità, con un vento che oscilla dai 35 ai 55 nodi al traverso. Puma e Groupama sono le due barche più a est, interessate dalle condizioni più dure: le difficoltà maggiori sembrano degli americani, che con 55 nodi di vento navigano ad “appena” 20 nodi, circa 3-4 nodi più lenti degli avversari. I distacchi sono minimi e al momento tutto è possibile, dato che la rottura è dietro l’angolo. Lo stesso metereologo Gonzalo Infante conferma che la situazione non è affatto in miglioramento, con lo spostamento veloce della bassa pressione verso meridione, cioè sulla rotta della regata: “Il calore presente a nord nell’interazione con l’aria fredda che si trova oltre la Nuova Zelanda potrebbe continuare a generare venti molto intensi, da un minimo di 30 nodi fino a 50, 60 o più nodi”.
Avevamo presentato questa quinta tappa come la più dura dell’intera Volvo Ocean Race, ma forse un inizio così non l’avevano immaginato neanche gli equipaggi. I sei team sono ancora ai piedi dell’Everest:davanti a loro ci sono 6130 miglia di regata, passando per i mari più duri che l’uomo conosca. Difficoltà che solo i migliori velisti al mondo sono in grado di affrontare. Buon vento ragazzi, e copritevi bene.

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