Volvo Ocean Race: sarà un finale thriller?

Volvo Ocean Race: sarà un finale thriller?

Quando mancano circa 600 miglia a Auckland, la leg 4 della Volvo Ocean Race si riaccende: Groupama è incappata in una zona di poco vento, perdendo oltre 60 miglia del vantaggio che aveva sugli inseguitori. Team Telefonica è tornata sotto, e le poco più di 90 miglia di distacco non rappresentano più una sicurezza. A 120 e 140 ci sono poi Puma e Camper, anche loro molto più vicini rispetto a ieri.Il team francese è uscito dalla bolla d’aria e adesso è tornato ad essere tra i più veloci, ma basterebbe un altro calo di vento per 6-7 ore per vedere andare in fumo il grande vantaggio accumulato in queste settimane.
L’incognita più grande deve ancora arrivare però: l’approccio alla Nuova Zelanda, e in particolare alla baia di Auckland, il mitico Hauraki Gulf, è pieno di insidie. Le condizioni dei venti in quella zona sono estremamente variabili: si possono avere 30 nodi in un determinato punto, spostarsi di qualche miglio e trovarne zero.
A tal proposito Mike Sanderson, skipper kiwi veterano della regata, oggi al comando di Team Sanya, ha ricordato ieri le edizioni del 1993 e del 1997, quando il giro del mondo si chiamava ancora Whitbread. Nel 1993, imbarcato sulla barca neozelandese Endevour, superarono Tokio, leader incontrastato per tutta la tappa, a 500 metri dal traguardo. Nel 1997 Swedish Match era ancora in testa al vertice Nord dell’isola, ma perse incredibilmente la regata a causa dei venti variabili.
La leadership di Groupama per questo motivo potrebbe non essere più al sicuro. Aggiungiamo un particolare: l’equipaggio di Camper è quello che conosce meglio le condizioni meteo dell’isola; Franck Cammas è avvisato.

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