Quando il vento sale e le onde aumentano è il momento di cercare di adattare la nostra tecnica di navigazione alle condizioni più dure. Il modo in cui si timona una barca a vela di bolina in presenza di onda formata cambia radicalmente.
Per riuscire a condurre al meglio la barca in queste condizioni occorre prima regolare al meglio le vele e l’assetto complessivo del nostro mezzo: ridurre la superficie velica in base all’intensità del vento, tesare le drizze per smagrire le vela, cazzare il paterrazzo dell’albero e le eventuali volanti per limitarne il pompaggio e smagrire la randa. Effettuate queste operazioni siamo pronti ad affrontare le onde più ripide. In che modo?
Se stiamo navigano di bolina e i treni di onde non sono eccessivamente corti e ripidi il miglior modo di timonare sarà il seguente: orzare all’arrivo dell’onda verso la sua cresta, per evitare che il muro d’acqua ci sposti lateralmente limitando il nostro avanzamento. Orzando la barca perderà un po’ di velocità che recupereremo poggiando leggermente sulla discesa dall’onda, per riprendere il giusto abbrivio e presentarsi veloci alla cresta successiva. La cosa più importante in presenza di molta onda è non perdere mai la velocità ottimale, rischiando di venire sballottati senza governare la barca.
Se i treni di onde sono corti e in breve successione la situazione si fa più complessa: il rischio di piantarsi su due o tre onde di fila diventa più concreto e difficile da gestire. In questa situazione bisogna rassegnarsi a perdere un po’ di acqua lateralmente, sarebbe infatti deleterio cercare l’orzata su ogni onda: riusciremmo a risalire la prima, ma la seconda e la terza schianterebbero la velocità della barca, lasciandoci fradici e prua al vento praticamente fermi. Orzare un minimo resta d’obbligo, ma solo quel tanto che basta a contrastare la prima cresta, lasciando la barca con le vele piene per affrontare le successive. Facendo così si cercherà di ottenere una media accettabile tra la velocità e l’avanzamento complessivo della barca, orzando sulle onde ogni volta che si può e portando la barca più poggiata quando i treni sono troppo stretti e ripidi.
Chiaramente questi consigli sono solo generali e cambiano in base al tipo di barca, alla sua velatura e per altri diversi parametri, restando però validi a livello teorico. Per il resto il consiglio è: copritevi bene, una buona cerata è il modo migliore per approcciare il maltempo, indipendentemente che arrivi di bolina o di poppa, con onda o con pioggia.