
Conclusa la Transat Jacques Vabre in nona posizione, alla prima esperienza oceanica di Hip Eco Blue, Andrea Fantini e Tommaso Stella hanno trovato il tempo, dal Costarica, per rispondere ad alcune nostre domande. Positivo il bilancio ed enorme l’esperienza accumulata, in una regata che ha visto numerosi ritiri per le condizioni meteo durissime incontrate in Atlantico.
Prima di tutto, come state?
Stanchi ma bene, grazie! Le ore di sonno si recuperano in fretta, per le mani che fanno male ci vorrà solo qualche giorno in più.
Che sensazione dà la terra?
È accogliente, riposante, non solo fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente dopo che per un mese si é dovuto tenere un livello di concentrazione altissimo.
Come sta la barca?
La barca tutto sommato sta bene, avevamo lavorato soprattutto sull’affidabilità della barca e la cosa ha pagato, non abbiamo rotto niente di fondamentale, anche grazie alla strategia meteo (non dimentichiamo che più del 50 per cento delle barche che hanno scelto la rotta nord non sono arrivate nemmeno a un terzo del percorso), nonostante anche noi le nostre legnate sul groppone ce le siamo prese, eheh!
Il momento più brutto e il più bello di questa TJV?
Il più brutto forse è stata l’ultima notte, quando Partouche, che siamo riusciti a lasciare dietro per il 90 per cento della corsa, ci ha passato sul filo di lana solo grazie alla differenza di velocità pura del mezzo. Il più bello? Non saprei, ce ne sono stati tanti… i sorpassi durante il “match race” con Partouche, il groppo in cui siamo riusciti a fare una discreta provvista d’acqua dolce che stava finendo, le planate a 20 nodi nelle poche giornate “stabili”, e l’abbraccio degli amici all’arrivo!!!
Bilancio di questa prima esperienza oceanica?
Assolutamente positivo, nonostante gli errori che comunque ci sono stati. Siamo riusciti ad essere quasi sempre veloci, a non fare grossi errori strategici, a far fronte a tutte le avarie, riparando o adattandoci ai problemi che via via si presentavano: un bel bagaglio per la prossima corsa!!!