
Team Sanya fa rotta sulla Nuova Zelanda, abbandonando per l’ennesima volta, forse quella definitiva, la Volvo Ocean Race. Inequivocabili le dichiarazioni dello skipper
Mike Sanderson: “Siamo a pezzi dopo l’ennesima avaria. In questo momento la priorità è riportare a casa sani e salvi i ragazzi e salvare la barca”. Non sono ancora chiare le ragioni dell’incidente al timone di Sanya, ma ciò che è certo è che lo scafo ha imbarcato molta acqua, tra le 3 e le 4 tonnellate secondo Sanderson, un rischio grossissimo.
Sanderson ha raccontato che dopo l’avaria la situazione era davvero complicata: con la barca che volava a 30 nodi al lasco il grosso problema è stato quello di cercare di fermarla. L’equipaggio nel tentativo di arrotolare il gennaker ha perso il controllo del mezzo che è andato in strapoggia distendendosi con le vele in acqua e provocando una strambata involontaria. Poi ha iniziato a imbarcare acqua: con la barca ferma e tutti i pesi a poppa, l’assetto da andature portanti, la parte posteriore della barca, quella dove si trova la falla, è entrata in acqua. Duro lavoro a brodo per gli uomini di Sanya, che dopo tanta fatica hanno riparato la falla, decidendo di rientrare a Auckland perchè la barca non è più sicura. L’obbiettivo adesso è quello di arrivare in Brasile prima della partenza della prossima tappa. Un’impresa quasi impossibile: la Volvo Ocean Race di Team Sanya molto probabilmente naufraga nei mari del sud, con tanta, tantissima, sfortuna. Nel frattempo Camper guida la flotta, e i kiwi sembrano decisi a tentare il colpaccio proprio nella tappa più dura.