Montecarlo-Venezia un novo record tecnologico ed ecologico, impresa tutta italiana!

Montecarlo-Venezia un novo record tecnologico ed ecologico, impresa tutta italiana!

Tra Venezia e Montecarlo ci sono 1.141 miglia nautiche. Fabio Buzzi ne deteneva, fino a ieri, il record in 23h 55’, alla media di 43 nodi.

Ma il progresso e la tecnologia avanzano, ed ecco un nuovo strepitoso record, questa volta scritto da Mario Invernizzi che, partito da Montecarlo domenica 25 settembre mattina, arrivava a Venezia in 22h 13’ 17” alla media di 51.346 nodi pari a 92.2 Km/h.

Perché questo record è così importante? Innanzitutto per l’alta tecnologia che lo ha permesso,Vediamola.

Per prima cosa i motori. Quelli del record di Buzzi erano due Isotta Fraschini V12 da 1300 HP e 20 litri di cilindrata ad iniezione meccanica. I motori di Mario Invernizzi sono invece due “piccoli” FPT (Fiat Powertrain Technologies) a 6 cilindri da 9 litri e 650 HP con iniezione “Common Rail”.

L ‘importanza di questa impresa sta anche nel considerevole risparmio di carburante utilizzato. Il progetto ha mostrato un’attenzione particolare ai temi ambientali. E’ questo il lato più sensazionale, battere un record mondiale di 4 nodi è già notizia, ma batterlo con uno scafo delle stesse dimensioni, consumando 5.355 litri anziché 10.800 è l’aspetto veramente eccezionale, specie in un momento di crisi pesantissima nel settore nautico, ove gli indici sono tutti puntati contro gli assurdi consumi di certi scafi.

Eccezionali quindi i motori Cursor 90 di FPT, con il loro sistema di iniezione Common Rail (inventato proprio da Fiat), ma non solo loro.

L’alta tecnologia è anche nello scafo FB48 STAB, ove per Stab si intende un sistema pneumatico laterale allo scafo, atto sia a stabilizzarlo, ma soprattutto a recuperare energia. Come? Esattamente come una palla da basket, che rimbalzando ritorna al suo punto di partenza, conservando buona parte dell’energia potenziale, dopo averla trasformata in cinetica e poi in elastica al contatto con il suolo.

Analogamente, il Kerakoll di Mario Invernizzi, a ogni salto sull’acqua dovuto all’inevitabile moto ondoso, recupera la sua energia e consuma tanto, ma tanto di meno.

E’ bastato, infatti, un solo rifornimento a Messina, e il Kerakoll è riuscito ad arrivare a Venezia, coprendo le restanti 630 miglia e avendo ancora 180 litri di gasolio!

Ecco svelati i segreti energetici del nuovo scafo FB Design, ma a bordo l’alta tecnologia era ovunque, con una serie di satelliti che giravano attorno a questo scafo eccezionale.

Basti pensare che per tutto il percorso lo scafo è stato seguito in diretta dal sistema satellitare NavimeteoSat che ha permesso di monitorare via web in diretta l’avventura del Kerakoll lungo tutto il percorso.

Infatti ogni 15’ il satellite segnalava posizione, velocità e rotta e ne riportava la sua traccia sul computer, permettendo alla Sala Operativa Navimeteo e alla base operativa di FB Design di seguire ogni movimento. Sempre satellitare era il sistema di conversazione e satellitare quello di navigazione, affidato a 3 chart plotter di Raymarine ed alle mappe Navionics.

E di notte? Di notte la visibilità era perfetta, grazie all’incredibile sistema di amplificazione di luce della Starlight Italia, che riportava su di un apposito schermo una perfetta visione anche in una notte senza luna.

Di scorta era inoltre impiegato un visore notturno Flir e un secondo radar, grazie al quale Kerakoll non ha dovuto rallentare di un solo nodo la sua andatura, pur in una notte senza luna.

Questo record faceva gola a tanti. Infatti altri quattro tentativi erano andati a vuoto quest’anno. Anche Mario Invernizzi era al suo secondo tentativo. Come mai? Semplice, nel primo, esattamente dieci giorni prima, si erano rotte ben tre eliche, ripetutamente sostituite in acqua fino all’esaurimento delle scorte e al ritiro a Reggio Calabria.

Ma per questo non si sono di certo arresi e, sicuri dell’amicizia di Alfredo Radice, indiscusso mago italiano delle eliche, riuscivano a farsene realizzare quattro nuove, più robuste e prestanti, in soli 7 giorni. Ecco perché questo record possiamo definirlo il “Record dei Record”.

Naturalmente il plauso maggiore va al suo equipaggio: Mario Invernizzi, primo pilota, è un industriale lecchese dell’edilizia, Antonio Binda è il capo-meccanico di FB Design e Peter Dredge un esperto navigatore inglese da sempre legato a FB Design.

E Roberto Rizzo? E’ l’indispensabile coordinatore informatico di tutta la tecnologia elettronica di bordo, dalle mappe ai computer, alle radio, ai sistemi satellitari, ai collegamenti con Navimeteo. Gestiva inoltre con competenza la cambusa di bordo.

Ecco un bellissimo record, tutto italiano ed altamente ecologico per il suo incredibile risparmio energetico.

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