
Partito ieri 2 agosto, dallo Yacht Club di Genova, il viaggio della Goletta Liguria. La partenza ufficiale di questa insolita crociera è salutata da ANGELO BERLANGIERI, Assessore al Turismo della Regione Liguria e da MATTEO BRUZZO, Presidente della STA Italia.
Intervengono Laura Canale, dirigente del servizio Affari comunitari della Regione Liguria e Riccardo Camia per Qui Group, una delle aziende partner dell’iniziativa oltre a Costa Edutainment, Autostrada dei Fiori e Salt.
La presenza della goletta nel porto di Genova è occasione per un intervento di Guido Gnone, biologo coordinatore della ricerca scientifica dell’Acquario di Genova, sul tema DELFINI METROPOLITANI, un progetto di ricerca con l’obiettivo di studiare la presenza e le abitudini dei delfini costieri e i loro rapporti con le attività dell’uomo. Dal 2001 al 2004 Delfini Metropolitani si è sviluppato nell’area portuale genovese e ha già prodotto numerose pubblicazioni, sia di carattere scientifico che divulgativo.
Quello dei Delfiini Metropolitani è solo il primo dei numerosi temi che verranno affrontati durante la navigazione della Goletta Liguria. Durante i mesi di agosto (riviera di Ponente) e settembre (riviera di Levante) verranno infatti raccolte le testimonianze e i racconti dei molti ospiti (imprenditori, amministratori, studiosi, ricercatori, comunicatori, giornalisti) che saliranno a bordo della goletta per rappresentare e raccontare il loro rapporto con la Liguria, le sue coste e il suo mare.
Il progetto Goletta Liguria toccherà i 40 porti turistici di tutta la Liguria e si concluderà 10 ottobre al Salone Nautico di Genova con la consegna di un rapporto sullo stato del mare, delle coste, delle spiagge, dei porti al Salone Nautico di Genova.
DELFINI METROPOLITANI
INTERVENTO GUIDO GNONE, BIOLOGO COORDINATORE DELLA RICERCA SCIENTIFICA ACQUARIO DI GENOVA, 2 AGOSTO 2011
Dal 2001, l’Acquario di Genova è impegnato nel progetto di ricerca Delfini Metropolitani con l’obiettivo di studiare la presenza e le abitudini dei delfini costieri e i loro rapporti con le attività dell’uomo. È un progetto di ricerca dell’Acquario di Genova promosso dalla Fondazione Acquario di Genova ONLUS.
L’ambiente marino costiero è costituito da una sottile fascia di mare e di terra che corre lungo i confini del continente. Si tratta di un ambiente ricco di vita vegetale e animale ma anche fortemente popolato dagli uomini che lungo la costa sviluppano le proprie attività economiche e sociali. Nel corso del ‘900 questo sviluppo ha subito un’accelerazione improvvisa, di cui è difficile prevedere le conseguenze.
Il tursiope (Tursiops truncatus) è un delfino costiero, legato ai bassi fondali per l’alimentazione. Questa specie ha visto il suo habitat elettivo cambiare profondamente nel corso di un secolo, un tempo straordinariamente breve.
Dal 2001 al 2004 Delfini Metropolitani si è sviluppato nell’area portuale genovese e ha già prodotto numerose pubblicazioni, sia di carattere scientifico che divulgativo. Dal febbraio 2005, una nuova stazione di ricerca del progetto Delfini Metropolitani è attiva nel Golfo di La Spezia e l’area di studio si è allargata sino a includere tutto il levante ligure.
I ricercatori del progetto Delfini Metropolitani, si muovono a bordo di un gommone BWA da 5,10 m, fornito di motore Honda Marine da 40 HP, 4 tempi; per la raccolta dei dati utilizzano macchine fotografiche reflex digitali con teleobiettivo, telecamera, idrofono, GPS. Quando avvistano un gruppo di delfini segnano la posizione geografica esatta, la specie, il numero di individui e scattano un gran numero di fotografie, cercando di inquadrare soprattutto la pinna dorsale.
Rientrati alla base, ogni pinna viene analizzata con attenzione, alla ricerca di segni particolari che permettano di identificare l’individuo. Le immagini utili alla “foto-identificazione” vanno ad arricchire un catalogo di riconoscimento che permetterà di stimare il numero di individui presenti nell’area e seguire i loro spostamenti nel corso del tempo.
Secondo i risultati emersi da quasi 9 anni di ricerca, i tursiopi si muovono tra la linea di costa e la batimetrica dei 100-150 metri, in un’area dove le attività antropiche sono particolarmente intense. Nell’area di La Spezia, dove la batimetrica dei 100 metri si sposta verso il largo, il tursiope sembra trovare un habitat più favorevole, con una presenza stimata di circa 190 individui (2007). Grazie alla stretta collaborazione con il Centro CE.TU.S, ente di ricerca che opera nell’area di Viareggio, e con l’Istituto Tethys, ente di ricerca che opera nel ponente ligure, si sono potuti misurare gli spostamenti compiuti dagli individui foto-identificati: gli animali utilizzano un ampio areale, che si estende per almeno 130 km lungo la costa.
I ricercatori del progetto Delfini Metropolitani sono attualmente impegnati nel confronto dei dati raccolti lungo la costa ligure con quelli di altri enti che operano all’interno del Santuario Pelagos, con l’obiettivo di comporre un quadro più ampio e completo possibile sullo stato del tursiope in quest’area.
Coerentemente con la missione di educazione e sensibilizzazione del grande pubblico, che caratterizza tutte le attività dell’Acquario di Genova e della sua Fondazione, dalla primavera del 2008 il progetto Delfini Metropolitani presenta importanti novità, con l’organizzazione di CrocierAcquario, crociere di mezza giornata aperte al pubblico realizzate in collaborazione con il WWF. I partecipanti potranno essere coinvolti nelle attività di studio sul campo, imparare a riconoscere i Cetacei e, più importante, imparare a rispettare loro e il loro ambiente.
I dati raccolti per il progetto Delfini Metropolitani, insieme a quelli raccolti dal 1994 al 2007 da altri 13 istituti di ricerca in Italia, Francia e Regno Unito, sono stati oggetto della ricerca “Distribuzione, abbondanza e movimenti dei tursiopi nel Santuario Pelagos”, coordinata dall’Acquario di Genova e pubblicata quest’anno a luglio sulla prestigiosa rivista “Aquatic conservation: Marine and Freshwater Ecosystems”.
Oggetto della ricerca è stata la presenza dei tursiopi nell’area marina protetta più grande del Mar Mediterraneo, con un’estensione di oltre 87.000 km quadrati.
I principali risultati raggiunti dal pool di ricerca sono stati la stima del numero di tursiopi che abitano nel Santuraio Pelagos e la descrizione della loro distribuzione e dei loro movimenti all’interno di quest’area. Nel corso degli anni è stata stimata una popolazione di circa 1.000 individui con abitudini piuttosto stanziali: concentrati nelle zone di fascia costiera entro la batimetrica dei 200 metri preferibilmente in acque con profondità inferiori ai 100 metri, questi animali hanno effettuano in media spostamenti di soli 50 km nel corso del periodo di studio. Solo pochi esemplari hanno compiuto spostamenti significativamente più lunghi, fino a un massimo di 427 km.
Dallo studio è risultata una maggiore densità di individui nell’area orientale del Santuario, compresa tra il Golfo di Spezia e l’Arcipelago Toscano, e lungo la costa nordoccidentale della Corsica.
Un fatto curioso emerso dalla ricerca è la netta separazione tra le due sottopopolazioni che abitano queste zone: quella ligure-toscana, composta da circa 550 individui, e quella corso-francese, con circa 400 individui. La separazione, che curiosamente ricalca quella tra territori di lingua italiana e quelli di lingua francese, può essere riconducibile alle diverse caratteristiche geomorfologiche di queste due zone del Santuario. Le coste occidentali della Corsica e quelle della Costa Azzurra sono caratterizzate infatti da fondali rocciosi che scendono ripidamente verso le profondità; al contrario, quelle della Versilia e dell’Arcipelago Toscano presentano una piattaforma ampia, con fondali fangosi. Queste differenze potrebbero aver prodotto una diversa specializzazione nelle tecniche di pesca delle due sottopopolazioni in esame, Tale specializzazione, che ha con ogni probabilità una forte componente culturale e si tramanda da generazione a generazione, consente alle popolazioni di sfruttare nel modo migliore le risorse a disposizione, ma produce anche un certo grado di isolamento rispetto alle popolazioni limitrofe.