Turismo in Sicilia: i dubbi di Assomarinas sulla finanziaria

Turismo in Sicilia: i dubbi di Assomarinas sulla finanziaria

Il paventato abnorme aumento dei canoni demaniali previsto dalla finanziaria della Regione Sicilia, ove fosse riferito anche alle concessioni relative ai punti di ormeggio, ai porti ed agli approdi turistici non solo rischia di rappresentare un’ulteriore (e, forse, definitiva) mazzata sul settore del turismo nautico e della nautica da diporto nell’Isola, ma appare anche in stridente contrasto con la politica che, per altro verso, in questo momento di grave crisi internazionale, la stessa Regione ha messo in campo per il sostegno delle imprese operanti nello specifico settore e per lo sviluppo della portualità turistica.
In una lettera indirizzata al presidente della Giunta regionale on.Lombardo il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio denuncia l’assurdità di tale proposta: “Tutto il settore versa già in grave difficoltà a causa della crisi economico-finanziaria internazionale e della conseguente stretta dei consumi turistici. Il fatturato internazionale dei cantieri nautici registra un -60% rispetto al 2007 ; il rapporto 2010 dell’Osservatorio Nautico Nazionale registra un – 26% nella spesa giornaliera di ogni fascia di diportisti rispetto all’anno precedente , mentre l’indagine congiunturale nazionale prodotta da Assomarinas nel 2010 evidenzia un calo dei consumi di carburante del 30% ed un calo delle vendite di servizi accessori e attrezzature nautiche del 15%. Per quanto riguarda il mercato immobiliare, il decremento del 20% registrato nel 2010 a livello nazionale si è riflesso anche negli investimenti relativi all’acquisto dei posti barca incidendo pesantemente sull’avviamento commerciale delle nuove imprese portuali turistiche senza, infine, contare che i costi promozionali di tutte le strutture si sono giocoforza incrementate per contrastare l’immagine negativa prodotta dalla crisi magrebina”.
“E’ facile prevedere che assisteremo, inevitabilmente, sia ad una ulteriore rarefazione di serie iniziative imprenditoriali, sia ad un doveroso ripensamento da parte delle imprese dei tanti progetti già presentati a valere sui bandi i cui termini sono recentemente scaduti (ed in molti casi pronti per essere avviati), i cui piani economici non potranno più essere attuati alla luce dei nuovi canoni demaniali – commenta il presidente del Distretto Nautico siciliano Antonio Di Monte – Poiché non si parla soltanto di adeguamenti dei canoni demaniali agli indici ISTAT di riferimento (peraltro già previsti ed automaticamente operanti per Legge), bensì di aumenti stratosferici, (si vocifera fino al 75% in più), il risultato non potrà che condurre o a dichiarare l’insostenibilità economica degli investimenti o ad un incremento delle tariffe dei servizi offerti, che verranno irrimediabilmente ribaltati sul cliente finale, in barba ai buoni propositi della Regione (e dei soldi spesi in promozione) per l’incremento della domanda turistica”.
Per non parlare poi delle concessioni demaniali già rilasciate e tuttora vigenti, per le quali, ove gli incrementi di cui si parla dovessero essere applicati già a decorrere dall’entrata in vigore della legge in approvazione, si darebbe luogo ad un enorme contenzioso, il cui esito produrrebbe ulteriori danni per le casse della regione (come è dimostrato da quanto è già avvenuto praticamente in tutte le altre regioni costiere del Paese in conseguenza dell’applicazione della legge finanziaria 2007).
Non sembra ragionevole, dunque, che la Regione, peraltro in un momento di crisi congiunturale che interessa tutti i settori produttivi, si appresti ad approvare una norma finanziaria che costituirebbe un vero salasso per le imprese operanti nel campo del turismo nautico, nel quale, a conti fatti e diversamente da quanto talvolta si vuole far credere, i margini sono quasi inesistenti, in ragione della marcata stagionalità nell’uso delle strutture, del mancato conseguimento di un vero “sistema” in grado di attrarre flussi di diportisti di provenienza extra regionale ed estera e dei costi operativi drammaticamente crescenti.
L’iniziativa della Regione appare, concludendo, inspiegabilmente contraddittoria, ove si consideri che, a fronte delle dichiarazioni di intenti formulate dai suoi massimi rappresentanti e delle attività concretamente avviate dalla struttura operativa per il sostegno dello sviluppo della portualità turistica ed il rilancio dell’immagine del turismo nautico nella regione, si vorrebbe invece vanificare ogni azione con l’imposizione di canoni demaniali, la cui misura non solo è insostenibile da parte delle aziende, ma è anche del tutto inopportuna ed inappropriata ad una coerente politica regionale di sviluppo del comparto, la cui importanza economica, in termini di indotto, di occupazione e di immagine non ha necessità di essere sottolineata.

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