Il mercato del lavoro snobba le scienze umane

Il MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha elaborato e diffuso i dati relativi alla scelta accademica degli studenti una volta usciti dalla scuola secondaria di primo grado (le scuole medie), che confermano una tendenza dettata dal mercato del lavoro nell’arco dell’ultimo decennio.

La metà dei ragazzi italiani che esce dalla scuola media oggi sceglie un istituto tecnico o professionale. La minoranza, il 48%, sceglie di intraprendere la “carriera” da liceale, con un misero 6% che si concentra ancora stoicamente sullo studio delle materie classiche

Saturi delle nostre bellezze naturali e della nostra cultura millenaria, forse siamo alla ricerca di qualcosa di diverso. O non lo stiamo cercando, ma semplicemente ci stiamo adattando ad una tendenza di cui il mercato del lavoro è primo influencer, per usare un termine molto in voca negli ambienti social.

Marketing expertise, know how e business management sono termini e skills che un lavoratore deve possedere per fare carriera e, per acquisirle, deve necessariamente togliere tempo e spazio alle materie di stampo umanistico.

Questo paese, però, da Olivetti in avanti, ha dimostrato come  la rivoluzione tecnologica non dia spazio solo ai “figli dell’accademia scientifica” nel partorire idee geniali e rivoluzionarie, come vorrebbe la teoria delle “due culture”  data da P.C.Snow, per cui esiste un forte rifiuto per la materia che non è propria, così marcato da divenire spesso spocchiosa superiorità.

Il vero rivoluzionario è un esperto sia di materie scientifiche che umanistiche in egual misura. È sbagliato credere che la formazione classica fornita degli studi umanistici non sia ‘all’altezza’ di una carriera nel campo scientifico, o addirittura che non sia adattabile alla sfera pratica. Il fattore chiave è ancora un’istruzione a tutto tondo, che supplisce al minore approfondimento sulle scienze – purtroppo, un dato di fatto – fornendo agli studenti moltissime capacità utilissime e dai molteplici risvolti pratici, come nel caso del Liceo Scienze Umane Milano Faes, esempio di eccellenza didattica sociologica e pedagogica applicata alla formazione degli studenti e il loro inserimento nel mondo del lavoro attraverso seminari formativi con manager, oltre che alla formazione della persona nelle sue capacità professionali ed etiche. Il tutto con un grosso respiro internazionale.

 

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