
La leggenda vuole che al New York Yacht Club i soci più illustri commentassero così: il primo skipper americano a perdere la Coppa America dovrà sostituirla nella bacheca con la sua testa. Il 1983 è un anno che gli amanti della vela non possono dimenticare: dopo 132 anni di imbattibilità l’America perde la Coppa.
Succede molto in quell’inizio degli anni ’80 nella vela internazionale, a cominciare da una novità chiamata Azzurra, per continuare con l’ingresso nel mondo della Coppa del marchio francese Louis Vuitton, sponsor della fase di selezione degli sfidanti. L’Italia ha per la prima volta una barca che partecipa alla Coppa America, coronando un sogno portato avanti dal Principe Karim Aga Khan, presidente dello Yatch Club Costa Smeralda e da Giovanni Agnelli. Il progetto della barca viene affidato ad Andrea Vallicelli, mentre le selezioni dell’equipaggio iniziano nel 1982 a Porto Cervo: Cino Ricci alla direzione tecnica, Mauro Pelaschier al timone e nomi storici della vela italiana come Tiziano Nava, Lorenzo Mazza e un giovanissimo Francesco De Angelis per rendere competitiva la barca italiana. Il 19 luglio 1982 viene varata a Pesaro Azzurra: il sogno italiano può cominciare.
Sette sfidanti in rappresentanza di cinque nazioni: Italia, Canada, Francia, Australia e Inghilterra, si contendono a Newport la Louis Vuitton Cup, il trofeo che va al vincitore tra gli sfidanti. Azzurra stupisce tutti rivelandosi un concorrente molto più temibile del previsto e guadagnandosi un posto in semifinale. Sfortuna che sul cammino degli italiani si frappone un nome che da li a poco avrebbe cambiato il mondo della vela: la barca italiana viene eliminata da Australia II di Alan Bond, timoniere John Bertrand e progettista il mitico Ben Lexcen. Sono i nomi che faranno la storia. La finale sfidanti è quasi una formalità, e gli australiani si sbarazzano senza troppi problemi per 4 a 1 degli inglesi di Victory 83. Nel frattempo gli americani hanno deciso quale sarà la barca a difendere la Coppa: Liberty, timonata da Dennis Conner, avrà il compito di respingere l’assalto australiano.
Il 14 settembre prende il via l’edizione del 1983 dell’America’s Cup: gli Stati Uniti sono assolutamente ignari di quello che accadrà da li a pochi giorni, anche perché l’inizio della sfida per loro ha il solito sapore della vittoria. Dennis Conner vince le prime due regate, pur essendo stato costretto a inseguire a lungo durante i due match gli avversari. La sensazione è che questa volta non ci sia il solito dominio a stelle e strisce, e la terza regata ne è la prova: gli australiani si portano sul 2-1 vincendo con un vantaggio di oltre tre minuti. Conner reagisce nel quarto match, battendo Australia II per 43 secondi. Sul 3 a 1 la contesa sembra ormai decisa, nella storia della Coppa gli americani non hanno mai fallito su un parziale simile. Il quinto match sembra infatti già deciso dalla partenza, quando Conner sbatte fuori dalla linea John Bertrand, costretto a partire con ben 37 secondi di vantaggio. Il vento sfiora i 20 nodi e incredibilmente l’albero di Liberty subisce un’avaria costringendo la barca americana a rallentare: sul traguardo Australia II si presenta con 1 minuto e 47 secondi di vantaggio. Gli americani sono ancora avanti, ma una strana inquietudine inizia a serpeggiare a Newport.
Il sesto match non ha praticamente storia: dopo la partenza vinta da Conner, John Bertrand prende le redini della regata e all’arrivo Australia II ha un vantaggio su Liberty di 3 minuti e 29 secondi, la batosta più pesante in 132 anni di Coppa America. Sul 3 a 3 l’incubo americano è ufficialmente iniziato.
Il 26 settembre 1983 per i due equipaggi si corre la regata della vita. La gara è serratissima: Conner come suo solito vince la partenza e conduce la regata a lungo, fino all’ultima fatale poppa dove per altro si presenta con un buon vantaggio di 47 secondi. Gli americani hanno paura e tendono a marcare Australia II troppo da vicino. John Bertrand riesce a rosicchiare lunghezze e con una serie di strambate mette la prua davanti girando l’ultima boa prima dell’arrivo, che a quei tempi era di bolina, con 21 secondi di vantaggio. L’ultimo lato racchiude tutti i peggiori incubi americani: Conner attacca disperatamente ma gli australiani rispondono con una marcatura asfissiante, aumentando metro dopo metro il vantaggio. Nel pomeriggio di Newport, sulla linea d’arrivo dell’ultimo match della Coppa America, per la prima volta in 132 anni di storia, non c’è una barca con bandiera americana: Australia II è il primo sfidante a battere gli Stati Uniti, Dennis Conner il primo skipper a perdere la Coppa. Arrivati in porto, prima di iniziare i festeggiamenti, John Bertrand e Ben Lexcen mostrano al mondo il segreto della loro vittoria: Australia II ha un bulbo dotato di due sottilissime alette, una vera rivoluzione per quei tempi: a cambiare non è solo la Coppa, che prende la via dell’Australia, ma l’intero mondo della vela.