USO DEL FIOCCO TANGONATO NELLE CROCIERE A VELA: DAL GRAN LASCO AL FIL DI RUOTA
Note didattiche a cura del Centro Velico RivieraVento – Scuola di Vela
1) PREMESSA
La navigazione con vento al gran lasco, o in poppa piena, risulta molto difficoltosa con l’armamento a sloop.
Infatti , come ben noto, lascando progressivamente la randa si “copre” il fiocco che risulta essere sventato e la cui resa diventa dunque scarsa.
Inoltre, anche ipotizzando di navigare senza la randa, il punto di scotta del fiocco (solitamente in corrispondenza di un carrello regolabile posto lungo i passauomo della barca) risulta inadeguato quando il fiocco stesso dovrebbe venire lascato per orientarsi correttamente rispetto al vento.
Una ottima soluzione, che adottiamo spesso nelle crociere e nei corsi di vela di altura della nostra scuola di vela, è il fiocco tangonato.
I vantaggi di questa soluzione sono molteplici:
– Al gran lasco il fiocco risulta stabilizzato e in buona parte si allontana dai rifiuti della randa
– E’ possibile navigare a farfalla senza raggiungere una andatura di poppa piena, quindi riducendo il rischio di strambate involontarie
– In caso di vento forte e mare formato permette di navigare comodamente tra il gran lasco e la poppa, dopo avere ammainato la randa.
La premessa è che, poiché la manovra richiede un minimo di preparazione, è opportuna sfruttare questa soluzione se riteniamo di potere navigare sulle stesse mura e nella stessa andatura per un tempo ragionevole.
Dunque una soluzione ideale per le crociere estive, per una lunga traversata durante una vacanza a vela, o per stabilizzare e mettere in sicurezza la barca in una navigazione con vento forte.
Esistono diversi metodi per tangonare il fiocco, e le soluzioni adottate dipendono anche dal tipo di barca, dal suo armamento, etc.
In questo articolo descriviamo una tecnica da noi molto collaudata, che risulta efficace e sicura, senza pretendere di essere l’unica o la migliore !
Da un punto di vista didattico risulta anche propedeutica all’apprendimento dello spinnaker, e per questo motivo viene spesso e volentieri utilizzata nei nostri corsi di vela intermedi.
2) COME SI ARMA
In generale abbiamo trovato utile armare una scotta aggiuntiva, che passa come quella del gennaker o dello spi (in rosso, figura 1) , quindi rinviata su un bozzello a poppa e da lì ad un winch libero, e dotata di un moschettone a sgancio rapido, che viene temporaneamente fissato alle draglie a prua. La scotta-spi può venire armata direttamente sottovento.
In figura la scotta fiocco è rappresentata in nero, la scotta-spi in rosso. (Fig 1)
A questo punto si arma il tangone con carica-alto e carica-basso (stilizzati in azzurro nella Fig 2), predisponendo il tangone sottovento, appoggiato in coperta, avendo cura che la scotta sopravento del fiocco passi davanti al caricalto (come faremmo se si dovesse issare lo spi).
Se possibile viene regolata l’altezza del tangone all’albero (solitamente più in basso rispetto all’altezza usata per lo spi, sarà necessario andare per tentativi in base alla lunghezza dell’inferitura e del fiocco).
Il prodiere quindi incoccia la scotta-spi nella varea del tangone (ancora appoggiato in coperta).
Adesso (cfr fig 3):
1) Il timoniere poggia portandosi quasi in fil di ruota
2) Il fiocco si “sgonfia”
3) Il prodiere sgancia il moschettone della scotta spi dalle draglie e lo incoccia sulla bugna del fiocco; a questo punto sulla bugna saranno fissate le due scotte originali (nere) del fiocco e la scotta-spi (rossa)
4) Il prodiere ordina ai drizzisti di recuperare il carica-alto (azzuro) per alzare il tangone
5) Il tailer addetto alla scotta-spi (in rosso nel disegno) cazza e contemporaneamente viene progressivamente lascato il basso (cioè si “quadra” il tangone). Il prodiere aiuta la bugna del fiocco a raggiungere la varea del tangone.
6) La scotta-spi diventa dunque la manovra che lavora, e il risultato di questa operazione è che il tangone “si apre”, fino a quando la bugna del fiocco raggiunge la varea del tangone stesso, trattenuta dalla scotta-spi.
La scotta fiocco sottovento (e quella sopravento) vengono lascate quanto basta (non più mostrate per semplicità nella figura seguente Fig. 4), rimanendo naturalmente vincolate alla bugna del fiocco.
3) COME SI USA
Completate queste operazioni possiamo (cfr Fig 5)
a) Restare al gran lasco, con o senza randa issata (in base alle condizioni del vento)
b) Poggiare ulteriormente, eventualmente quadrando ancora di più il tangone (e quindi “aprendo” di più il fiocco)
In questo caso se abbiamo la randa issata ci conviene fare strambare la randa rimanendo a farfalla:
Come si può notare dalla figura la bellezza di questa soluzione è che possiamo orzare un po’ sulle nuove mura – adesso siamo mure a dritta con riferimento alla randa (cioè non restando nella pericolosa situazione del fil di ruota) pur mantenendo il fiocco aperto sopravento (il fiocco è “mure a sinistra!).
Questa andatura rende più sicura la gestione della randa, soprattutto in presenza di onda, riducendo il rischio di strambate involontarie (che in fil di ruota sono sempre incombenti).
Naturalmente è buona norma armare comunque sempre una ritenuta del boma, soprattutto in presenza di onda.
Con questa disposizione delle vele il comportamento al timone tiene conto di questi due fattori:
a) Se si orza troppo il fiocco tende ad andare a collo, quindi ci segnala di dovere poggiare
b) Se si poggia troppo la randa tenderà a strambare, in presenza di ritenuta del boma avremo il tempo di correggere orzando subito
4) E PER DISARMARE ?
Se abbiamo armato le manovre correttamente, in particolare con la scotta di sinistra che passa davanti al caricalto del tangone (cfr Fig 3), possiamo sempre cambiare mura (strambare) in caso di necessità (per es. ostacolo o precedenza) senza dovere disarmare tutto quanto.
Infatti sarà sufficiente, in strambata, lascare la scotta-spi (a dritta) e la scotta fiocco (di dritta), recuperando la scotta fiocco sopravento (di sinistra) il tangone andrà ad appoggiarsi allo strallo (aiutato dal prodirere) ed il fiocco passerà sulle nuove mura.
A questo punto, scelta la nuova rotta e regolate le vele, il prodiere potrà fare abbassare il tangone, disincocciare la scotta-spi dalla varea del tangone stesso e mettere in chiaro la prua.
Possiamo notare che da quando il tangone è stato abbassato, siamo completamente liberi di manovrare (per strambare nuovamente, orzare e virare, etc.) anche se carica alto e basso sono ancora incocciati (come ben sanno i prodieri abituati ad usare lo spinnaker).
In alternativa, se non è necessario o possibile strambare, possiamo ripetere all’inverso le manovre descritte nel paragrafo (2):
1) Il timoniere poggia portandosi quasi in fil di ruota
2) Si mette in tensione la scotta genoa di dritta (sottovento) che tornerà ad svolgere il suo ruolo e si lasca la scotta spi
3) Il fiocco si “sgonfia”
4) Il prodiere apre la varea del tangone spingendola verso il basso, così da liberare la scotta-spi, lasciando che il tangone si sposti verso lo strallo
5) I tailer recuperano e regolano la scotta fiocco sottovento in base all’andatura
6) Il prodiere abbassa il tangone con l’aiuto dei drizzisti e riordina la prua.
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