
La barca a vela è già sinonimo di energia pulita e rispetto per l’ambienteIl veliero Zero CO2 è stato ideato e costruito in Francia, il sistema di propulsione realizzato anche dalla Solviay e Umicore.
Navigare senza inquinare. Il veliero ‘Zero CO2′, prototipo di 12 metri presentato sabato scorso al porticciolo di Cala de’ Medici, a Rosignano (Livorno), non userà carburante neanche per entrare e uscire dai porti: il motore funziona a idrogeno. Si chiama ‘sistema ibrido con cella a combustibile-batterie’: l’idrogeno combinato all’ossigeno dell’aria, dentro a una ‘pila a combustione’, produce elettricità. Un processo che non provoca emissioni tossiche e il cui unico residuo è acqua pura.
Il progetto, da oltre 2 milioni di euro, è nato da un contratto tra il Commissariato francese delle energie alternative, l’università ‘Fourier’ di Grenoble e il cantiere navale Fora Marine di La Rochelle e ha coinvolto per la realizzazione la Solvicore – joint venture nata nel 2006 dalla sinergia delle aziende Solvay e Ubamicore – che fa ricerca e produzione di assemblaggi di membrane ed elettrodi, cuore delle pile a combustibile (usate per l’eco-veliero). A bordo strumenti di navigazione, riscaldamento e sistema di controllo del motore (che fornisce 800 dati al secondo) funzionano grazie a pannelli fotovoltaici. «Bisogna pur trovare una strada per il futuro per dare una risposta alle questioni ambientali» spiega Pierre Kermen, ingegnere dell’universita’ di Grenoble e ideatore del progetto.
Con 150 litri di idrogeno la barca ha un’autonomia di circa 15 giorni di navigazione. Serve un approvvigionamento regolare che attualmente è garantito solo da alcune imprese, ma per un ‘distributore’ basterebbe un impianto fotovoltaico. Kermen ha lavorato per tre anni con i colleghi Didier Bouix (responsabile del progetto), Roland Reynaud e Arnaud Pillon Bouche, dopo aver presentato l’idea al salone nautico di Parigi nel dicembre 2009. I quattro ingegneri-marinai stanno ora cercando finanziamenti per ottimizzare il motore e fare un tour scientifico sull’inquinamento del Mediterraneo e in particolare sull’influenza che ha l’inquinamento atmosferico sul mare.
«Le emissioni sono la preoccupazione di tutti – spiega il direttore generale di Solvay, Marco Martinelli – e questo è un progetto pilota che indica dove può andare l’industria». Solvay spende ogni anno 500 milioni di euro in ricerca e sviluppo. Sta partecipando anche a ‘Solar Impulse’: il tentativo di compiere nel 2012 un giro del mondo con un aereo a energia solare. «Nel 2012 – prosegue Martinelli – saranno 100 anni dello stabilimento Solvay di Rosignano e ancora oggi l’azienda, accanto alla fabbricazione dei prodotti tradizionali cerca una strada per l’industria del futuro».