
L’inizio della seconda tappa della Transat 6.50 è tutto in salita per lo skipper Sergio Frattaruolo. Oltre agli acciacchi fisici leniti da qualche giorno di meritato relax nell’incantevole isola di Madeira e dai prodotti bio offerti dallo sponsor Alce Nero, anche la tecnologia ha mostrato i suoi limiti: a tre ore dalla partenza un improvviso problema tecnico ha mandato fuori uso la nuovissima pila combustibile che dà energia alla strumentazione di bordo. Anche l’assistenza della ditta produttrice – un leader del settore – ha confermato i timori di Frattaruolo giudicando il danno non riparabile, e lasciando l’imbarcazione sprovvista della sua principale fonte di energia.
Nonostante le difficoltà Sergio ha già approntato una strategia da adottare: farne arrivare dall’Europa una nuova, fare scalo alle Canarie, montarla e ripartire. Grazie alla disponibilità di alcune persone ‘Bologna in Oceano’ ha trovato un’altra cella a combustibile, purtroppo piccola e con la quale non è possibile ipotizzare di arrivare sino in Brasile. Mentre Frattaruolo avvisa la direzione di corsa del problema, viene montato il nuovo apparato e il tecnico ne verifica il funzionamento.
La consegna non potrà avvenire prima di martedì prossimo, sarebbe veramente grave in quanto le regole di regata prevedono che la soste per motivi tecnici non possano superare le 72 ore in totale, l’alternativa è che tra venerdì e sabato qualcuno prenda il materiale in Francia e lo porti alle Canarie. Ci sarà un volontario che arriverà a Tenerife e lì avverrà il montaggio definitivo del pezzo.
Nel frattempo la barca è stata rimorchiata fuori dal porto ed è partita per la regata con un paio d’ore di ritardo, un tempo recuperabile data la lunghezza e le difficoltà del percorso.
Prua, quindi, su Santa Cruz, tappa obbligata prima di raggiungere, dopo quasi 3.000 miglia, Salvador de Bahia.