La storia del Kevlar: tra Coppa America e grandi velai

La storia del Kevlar: tra Coppa America e grandi velai

Era il Settembre del 1980 e a Newport si disputava la 25° edizione della Coppa America, quella che avrebbe definitivamente rivoluzionato il mondo della tecnologia applicata alla vela. Il defender Freedom e lo sfidante Australia per la prima volta mostrarono al mondo degli appassionati delle vele che solo i tecnici fino a quel momento avevano avuto l’onore di vedere: iniziava l’era del Kevlar.

Brevettata dalla società scientifica nel 1965, già negli anni ’70 il disegnatore navale Ted Hood provò le prime applicazioni di questa fibra nelle tecnologie veliche. La sua consacrazione come detto la si deve alla Coppa America dell’80, mentre la sua evoluzione è continuata nei decenni successivi fino ad oggi, dove continua ad essere una delle fibre più usate per la realizzazione delle vele ma anche degli scafi.

Il principale vantaggio del Kevlar è quello di poter realizzare una vela che può pesare fino al 75% in meno del comune nylon che veniva usato prima, particolare molto importante nel mondo delle regate. Tuttavia le prime applicazioni del Kevlar destarono alcune perplessità, poiché le nuove vele tendevano a consumarsi e a perdere la forma molto rapidamente. Fu Lowell North, padre della futura North Sails, a trovare la soluzione a questo inconveniente. North brevettò infatti la vela laminata, ovvero di una vela realizzata con una rete in Kevlar incollata con un foglio di poliestere chiamato Mylar. Il risultato fu una vela più leggera e al tempo stesso più resistente rispetto alle tecnologie passate. Questa grande rivoluzione della progettazione fu poi completata nella Coppa America del 1983 quando un altro personaggio storico della vela internazionale, il kiwi Tom Schnackenberg, brevettò la vela triradiale. Schnack ideò infatti un tipo di vela, sempre in Kevlar, che al posto di essere realizzata con i classici ferzi orizzontali presenta due sole cuciture orizzontali sulle quali vengono applicati invece dei ferzi verticali. Una soluzione che contribuì in maniera decisiva a diminuire drasticamente le distorsioni e i cambiamenti di forma delle vele. Tom Schnackenberg nel 1983 faceva parte di un team che cambiò la storia della Coppa America e il mondo delle regate: Australia II interrompeva infatti 132 anni di dominio a stelle e strisce, infliggendo un’umiliante sconfitta nella finale di Newport al defender Liberty,timonata da Dennis Conner, una barca che non conosceva ancora le vele triradiali ma che ha invece assaporato il gusto amaro della disfatta. La Coppa America prendeva così la via dell’Australia, l’era del carbonio era ancora lontana e lo studio del kevlar si affermava come variabile decisiva per il successo in regata.

 

 

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